Anche la civiltà moderna con tutte le sue caratteristiche e con tutti i suoi valori: la Tecnica, il progresso, la bellezza, il lavoro, la scienza, l’arte, lo sport in quanto manifestazioni e conquiste dell’intelletto e dello spirito umano, non è priva di debolezze che influenzano e condizionano gli stessi che da sempre ne sono gli artefici.
Attualmente è in corso una grande rivoluzione caratterizzata dall’economia dell’informazione e da fenomeni quali la globalizzazione, l’introduzione di nuove tecnologie, l’adozione di nuove filosofie di gestione e una maggiore diversificazione della forza lavoro.
Per la prima volta nella storia dell’umanità, questi mutamenti si succedono ad un ritmo vorticoso e creano in tutte le forze in gioco aspettative più elevate.
Ovviamente tutti i processi innescati sono potenzialmente in grado di apportare progresso, benessere e prosperità, ma è ugualmente ovvio che si possono innescare “effetti collaterali” quali stress, patologie professionali e difficoltà di adattamento.
L’ambiente, le condizioni ed i bisogni mutano, anch’essi velocemente e le aziende stesse rincorrono il cambiamento per adeguare i propri strumenti di gestione e controllo.
Siamo piacevolmente sorpresi dalle migliaia di cose possibili e fattibili ed elettrizzati ci buttiamo a capofitto per realizzare il nostro sogno: riuscire ad essere gli artefici del nostro lavoro.
A volte ci perdiamo, a volte ci troviamo di fronte situazioni che non comprendiamo ed è questo il momento in cui, farci condurre per mano, rappresenta un aiuto importante.
In questo momento anche un piccolo o grande contributo sono i benvenuti.
L’intento è di individuare l’origine di questi “effetti collaterali” e di proporre possibili soluzioni in prevenzione, promuovendo il benessere sia delle risorse attive che delle organizzazioni.
Vivere ed agire con questi “effetti collaterali” non è sempre facile, anzi in alcuni casi diventa addirittura dannoso per sé e le organizzazioni in cui si opera, ma non bisogna rendersi la cosa ancora più complicata di quello che può sembrare.
IN NOI C’È UNA GRANDE FORZA… BASTA COMPRENDERLA ED APPLICARLA IN MANIERA ADEGUATA!
Cos’è lo stress
Secondo lo studioso che ha coniato il concetto di “stress” (Hans Selye 1956) è “il modello generale di reazione dell’organismo a stimoli e sollecitazioni, un tipo di accelerazione e intensificazione delle reazioni che l’organismo prepara per l’azione, sia essa attività muscolare o altro”.
Secondo la Healt and Safety Commission “lo stress è la reazione che le persone manifestano in risposta ad eccessive pressioni o a sollecitazioni alle quali sono sottoposte”.
Secondo la Commissione europea – Direzione generale Occupazione e affari sociali: “lo stress , sul lavoro, è la reazione emotiva, cognitiva, comportamentale e fisiologica ad aspetti diversi e nocivi del contenuto, dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro.
È uno stato caratterizzato da livelli elevati di eccitazione e ansia, spesso accompagnati da senso di inadeguatezza”.
Quindi lo stress è uno sforzo superiore alla normale applicazione che concorre ad affaticare il nostro organismo, a volte anche in modo acuto.
Da ciò consegue che un impegno lavorativo gravoso, entro limiti ragionevoli, può essere assorbito e portato a termine senza provocare effetti nocivi, i cosiddetti “effetti collaterali”.
Queste tensioni hanno, per fortuna aspetti positivi, che ci aiutano ad affrontare la gravosità del momento, anzi diviene strumento atto ad incoraggiare e ad influire sulle modalità per portare a termine il compito assegnato.
Tipologie di stress
Possiamo distinguere all’interno del concetto generale di stress due aspetti che sono indotti da stimoli esterni ed interni e che determinano il livello di risposta.
Il primo è denominato “eustress” (dal greco EU = buono) , il secondo “distress” (dal latino DIS = cattivo).
Ovviamente la fase di distress è quella più pericolosa e nociva.
In entrambi i casi però “il corpo scatena le stesse risposte non specifiche ai vari stimoli positivi o negativi che agiscono su di esso.
Tuttavia il fatto che l’eustress provochi molto meno danni del distress dimostra che è il “modo di intendere” a stabilire in ultima analisi se un soggetto possa adattarsi con successo al cambiamento.
Giuseppe Fratto,
Senior Certified Pranic Healer e presidente dell’Associazione Pranic Healing con trentennale esperienza nel mondo delle energie sottili.